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La Regione Puglia infligge un colpo mortale agli ulivi monumentali: con l’art.8 della L.R. 19 del 19/07/2013, via libera agli espianti

Ulivi monumentali di CisterninoBARI – Non C’è pace per gli ulivi monumentali della Puglia: il 19 luglio scorso, il Consiglio Regionale ha infatti approvato, la legge n.19 del 2013, dal roboante titolo: “Norme in materia di riordino degli organismi collegiali operanti a livello tecnico-amministrativo e consultivo e di semplificazione dei procedimenti amministrativi”. L’articolo 8 di tale legge autorizza il via libera all’espianto agli ulivi monumentali. Ambientalisti in rivolta, in testa il WWF Puglia.
Nella proposta di legge presentata sul sito della Regione, non c’è traccia dell’articolo 8 perché è confluito come emendamento nella legge n.19 del 2013. La notizia, quindi, coglie tutti di sorpresa.

Il fatto che un articolo venga introdotto come emendamento – sottolinea Leonardo Lorusso, consigliere del WWF Puglia – evita tutto l’iter di approvazione e discussione dello stesso articolo, all’interno delle opportune Commissioni, la quinta, in questo caso, cioè quella ambientale.

L’introduzione di un articolo sotto forma di emendamento, chiariamo, è cosa lecita, tuttavia, non possiamo fare a meno di chiederci se, in questo caso, l’emendamento non sia stato introdotto ad hoc, per saltare tutti i passaggi previsti per la democratica discussione e approvazione di una legge. “A pensar male degli altri si fa peccato, ma si indovina spesso”, diceva Giulio Andreotti e non ci sentiamo certo di smentire il politico italiano proprio adesso.

Capire cosa c’è scritto nel famigerato articolo, poi, non è facile, per chi non è “del mestiere”, perché fra i richiami a commi, articoli e legge di tutela n.14 del 2007 e n.12 del 2013, c’è da perderci la testa, in un gioco che ricorda molto le matriosche della tradizione russa: sembra fatto apposta per snervare il comune cittadino e impedirgli di capire cosa nascondono quelle poche righe introdotte all’ultimo minuto in una legge che dovrebbe occuparsi di “riordino degli organismi collegiali operanti a livello tecnico-amministrativo e consultivo e di semplificazione dei procedimenti amministrativi” e finisce, invece, con l’infliggere l’ennesimo duro colpo al nostro paesaggio.

Per capire la situazione, dobbiamo fare un piccolo passo indietro e ritornare alla vecchia legge di tutela degli ulivi monumentali, la n.14 del 4 giugno 2007 che consentiva l’espianto degli ulivi monumentali solo per quelle opere ritenute di interesse pubblico (strade, ospedali, gasdotti…), o per quei progetti che avessero ottenuto tutte le autorizzazioni entro il giungo del 2007.
Già nello scorso mese di aprile, però, il Consiglio regionale aveva approvato delle modifiche a questa legge, (poi confluite in una nuova norma: la n.12 dell’11 aprile 2013) che di fatto allargavano le deroghe al diritto di espianto anche a tutti quei piani attuativi di strumenti urbanistici generali “approvati prima della data di entrata in vigore della legge n.14 del 2007”. Per questo motivo, le modifiche erano state ribattezzate “Taglia ulivi” e i cittadini di tutta la Puglia si erano mobilitati per eliminarle.

Manifestazione a Roma contro le modifiche alla legge regionale n.14 del 2007

Manifestazione a Roma contro le modifiche alla legge regionale n.14 del 2007

Ora, Con la scusa dello snellimento normativo e della semplificazione, l’articolo 8 della nuova legge n.19, dà il via libera all’espianto degli ulivi monumentali per tutte le opere e i progetti approvati anche dopo la ormai vecchia legge n.14 del 2007.
La norma è bipartisan ed è stata votata da: Fabiano Amati, Donato Pentassuglia, Giuseppe Romano, Mario Loizzo, Antonio Maniglio, Ruggiero Mennea, Francesco Ognissanti, Sergio Blasi e Giovanni Epifani per il PD, da Antonio Camporeale, Maurizio Friolo, Nicola Marmo, Donato Pellegrino, Ignazio Zullo e Saverio Congedo per il PDL e ancora da Michele Ventricelli, e Donato Pellegrino (SEL), Andrea Caroppo e Francesco Damone (Puglia prima di tutto) e infine da Salvatore Negro (UDC), Aurelio Gianfreda (IDV) e Antonio Martucci (Moderati e popolari).
Già prima che entrassero in vigore le modifiche alla legge n.14 del 2007, Legambiente, Italia Nostra e WWF avevano espresso parere contrario all’introduzione di deroghe al diritto di espianto degli ulivi monumentali cui faceva eco una nota dell’Arpa Puglia (Agenzia regionale per l’ambiente) nella quale si diceva chiaramente che la vecchia norma rappresentava “uno strumento più efficace a contenere i fenomeni di consumo del suolo” che portano diverse conseguenze e “trasformazioni non reversibili” puntualmente elencate nella stessa nota, tra le quali “la perdita di alcune specie, le compattazione del suolo, le modifiche del clima urbano” e “l’aumento dei rischi di dissesto idrogeologico e di desertificazione del nostro territorio”. Tutti fenomeni che sono in preoccupante aumento.

Per il WWF, la legge n.19 del 2013 è un attacco “contro la storia, la cultura e il paesaggio pugliese, rappresentato dagli esemplari di ulivo secolari”.

«Riteniamo che la Regione Puglia, negli ultimi tempi, stia operando un brusco ridimensionamento delle politiche di tutela ambientale» è il commento di Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia.

Intanto, sempre dall’associazione ambientalista, preannunciano battaglie “nelle sedi opportune”, per il ripristino della vecchia norma di tutela degli ulivi monumentali, mentre stupisce l’assordante silenzio di Legambiente Puglia, su tutta la vicenda.

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