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La Quercia elegante di Carpignano salentino: unica al mondo

Quercia elegante di Carpignano salentino.

Quercia elegante di Carpignano salentino.

CARPIGNANO SALENTINO (LE) – “Serendipity”: è un termine che indica una scoperta straordinaria e casuale, fatta mentre si cercava tutt’altro. Scoperte dovute in parte al caso, e in parte allo spirito di osservazione e alle conoscenze delle persone coinvolte. La scoperta a Carpignano salentino (LE) dell’unico esemplare al mondo finora conosciuto di un nuovo tipo di quercia, è certamente un caso di “serendipity” che sta scombussolando i botanici pugliesi, ma anche molti cittadini, a partire dagli stessi Carpignani, orgogliosissimi di ospitare, nel loro territorio, questo “unicum” botanico.
La pianta è stata scoperta casualmente, nella mattinata del 13 settembre 2012, dall’ingegnere Oreste Caroppo originario del comune di Maglie: naturalista per hobby e profondamente innamorato della sua terra, Caroppo non è nuovo a queste situazioni: nel 1993, infatti, ha scoperto due dolmen in agro di Corigliano (LE).

il trentaseienne salentino si trovava a Carpignano per una passeggiata in cerca del “cerro”, un albero che sembrerebbe scomparso ormai dal Salento. Numerose testimonianze locali dimostrano però l’esistenza, in passato, della pianta in queste zone.

Il territorio salentino è caratterizzato dalla diffusione delle “microproprietà”, suddivise spesso dai muretti a secco. Questa particolarità, favorisce la sopravvivenza di specie che altrimenti andrebbero distrutte e che si “annidano”, invece, proprio tra le aree comprese tra i muretti a secco che delimitano le proprietà. Queste zone sono considerate veri e propri “corridoi ecologici”. Caroppo compie continuamente escursioni alla ricerca di “relitti” di piante che un tempo popolavano l’area.

«Prima, il Salento era molto boscoso e ospitava anche piante normalmente adatte a climi più freddi come, appunto, il cerro. – racconta –  A partire dall’ ‘800, però, si è cominciato ad abbattere alberi su alberi per i motivi più diversi, fino ai più recenti sfregi ambientali. Il risultato è che il cerro sembra ormai scomparso da queste zone».
Quel 13 settembre, dunque, Caroppo è in agro di Carpignano “alla ricerca del cerro perduto” quando la vista di una pianta lo colpisce e lo costringe a osservarla più da vicino.

Quercus caroppoi, 18 sett. 2012
«A un primo sguardo, sembrava una “quercia spinosa” – racconta l’esploratore salentino – ma qualcosa nel suo portamento mi spingeva a guardarla con più attenzione. La pianta, infatti, appariva decisamente più slanciata. Così, mi sono accorto che le sue foglie erano davvero uniche e che presentavano caratteristiche della quercia spinosa, ma anche del cerro, o del leccio».
Segue un periodo di studio dell’area circostante ad opera di alcuni amici di Caroppo, cultori di botanica. Il gruppo poi, spedisce foto e risultati dell’indagine ai professori Rita Accogli e Piero Medagli, docenti e ricercatori presso l’ orto Botanico dell’Università di Lecce, i quali si rendono conto immediatamente di trovarsi di fronte a una scoperta importante e avviano una serie di studi molto approfonditi. Per questo motivo, la notizia ufficiale dell’esistenza di questa pianta sarà data solo diversi mesi dopo, nel corso di una conferenza stampa a Carpignano salentino, il 19 luglio scorso.

I due alberi che oggi fuoriescono dall’antica ceppaia sono il frutto di suoi “getti”, due polloni basali cresciuti sul relitto del tronco che dimostra 300 anni. Una pianta testarda e dalla grande voglia di vivere, dunque, cresciuta tra una strada ad alta percorrenza e un campo coltivato. In queste condizioni, le ghiande non potevano riprodursi, perché da un lato venivano triturate dall’aratro e dall’altro finivano schiacciate dalle auto. Se questo esemplare fosse davvero l’ultimo rimasto, la sua specie non avrebbe avuto alcuna possibilità di sopravvivenza, senza la scoperta di Oreste Caroppo e la conseguente opera dell’Orto Botanico del Salento.
«È già successo in Bulgaria – ci racconta il professor Medagli – dove avevamo individuato un esemplare molto simile alla quercia elegante e volevamo capire se si trattasse della stessa specie, Purtroppo non è stato possibile venirne a capo, perché i due “parentali” della pianta bulgara avevano caratteristiche troppo diverse da quella materna. La pianta madre, scoperta nel 1955, si è ammalata nel 2000 ed è morta nel 2009: ora è ufficialmente estinta sul territorio».

Foto di Oreste Caroppo, Maglie,Lecce, 8 6 2013, giovane plantula Quercus caroppoi
Un futuro migliore sembra attendere, invece, la quercia salentina:
«Abbiamo proposto al Comune di Carpignano di destinarci un’area, anche non troppo grande, dove reimpiantare le piantine che abbiamo fatto nascere nell’ Orto Botanico di Lecce, dopo la scoperta. Anche l’Oasi WWF delle Cesine pare interessata ad ospitare i nuovi esemplari».
Alla pianta testarda è stato dato il nome scientifico di “Quercus X Caroppoi”, dal nome del suo scopritore, dove la “X” indica la possibilità che si tratti di un ibrido selvatico, probabilmente tra una quercia spinosa e un cerro, ma questo potrà essere stabilito solo con l’esame del Dna, che richiederà del tempo. Il nome comune, invece, descrive tutta la bellezza di questa pianta e ne identifica il luogo di appartenenza: “Quercia elegante di Carpignano salentino”: una scoperta che potrebbe diventare una risorsa economica e turistica per il piccolo Comune del Leccese, se saprà “sfruttarla” adeguatamente.
Intanto, Oreste Caroppo,  continuerà a cercare il suo cerro e chissà che non ci regali qualche altra splendida scoperta.

Un commento su “La Quercia elegante di Carpignano salentino: unica al mondo

  1. Marco
    30/12/2013

    Un fenotipo non fa nuova specie, e tantomeno l’ibrido, senza studi del DNA son tutte congetture!!! Un mulo o un bardotto non fanno primavera!!!

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Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 14/08/2013 da in Dalla Puglia.